lunedì 24 febbraio 2014

La Pietra Angolare - The Cornerstone


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Oggi provo a ragionare sull'etimologia e sul senso delle Mura Poligonali o Saturnie o Ciclopiche o Pelasgie.
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La tradizione mitologica dice che Saturno (Cronos) Dio dell'Olimpo quando fu detronizzato e cacciato in esilio dal figlio Giove (Zeus), si rifugiò nel suolo italico in quel territorio che dal suo "stare nascosto" (lateo) prese il nome di Latium (Virgilio, Eneide): qui regnò a lungo in pace dando vita ai Saturnia regna (una favolosa età dell'oro); in realtà pare che non regnò da solo ma che divideva il potere con Giano e che i due vivevano in "vicini castelli" (è molto interessante a proposito vedere le rappresentazioni "bi-fronti" sugli scudi dei Sanniti pentrici).
A questa storia si sovrappone quella relativa ai Ciclopi, mitici fratelli di Saturno, che erano tirati in ballo già nell'antichità come costruttori di queste enormi fortificazioni in Grecia (Tirinto, Micene..).
Dal territorio greco si riteneva che nel II millennio a.C. queste tecniche costruttive fossero pervenute sul suolo italiano portate dai mitici Pelasgi, già allora stirpe antichissima di "uomini del Mare" che avrebbero abitato il territorio greco prima dell'insediamento degli "Elleni" e che si sarebbe anche stanziato in Italia occupando il territorio tra Garigliano e Tevere, tra catena appenninica e costa laziale (Pausania, Periegesi della Grecia).
In tempi "recenti" vari autori hanno dato contributi sull'argomento (la Candidi Dionigi 1809, Micali 1810, Dodwell, Petit Radel...) finchè nel 1829 in occasione del primo degli "Annali" dell'Istituto di Corrispondenza Archeologica di Roma, Gherald in un lungo articolo rifiutò "ciclopeo" per "poligonio" e cercando di fare il punto sulla situazione chiamò a raccolta dotti ed archeologi che non mancarono all'appello.
Visto che le costruzioni a grandi blocchi sono caratterizzati dalla materia prima che per Vitruvio era il "silex" (pietra dura) si è anche coniato in ambito "scientifico" il termine di "opus siliceum" mai riportato dalle fonti classiche e decisamente poco adatto in Italia visto che da noi la pietra utilizzata è calcarea.
Oggi si usa definirle Mura Megalitiche.
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Diciamo che strutture megalitiche realizzate a secco sono sicuramente presenti almeno dal II millennio a.C. nell'area mediterranea (Asia minore, Egitto, Sardegna...).
Giusto per avere un'idea del peso medio di un blocco calcareo, un concio di mt 2X1X0.6 pesa 3515Kg, uno di mt 1X0.6X0.5 pesa circa 880Kg ed uno di mt 0.5X0.3X0.3 sta sui 132Kg.
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Ce ne sono tante in giro per lo stivale di queste strutture:
nelle fondamenta di Orbetello (Urbe Tellum - la città fortificata),
nel Lazio nella sola Provincia di Frosinone ad Alatri, Arpino, Atina, Ferentino, Cassino e Montecassino, Sora e Veroli ed ancora ad Anagni, Boville Ernica, Castro dei Volsci, Colle San Magno, Monte San Giovanni Campano, Rocca d'Arce, San Biagio Saracinisco, San Donato Val di Comino, Sant'Elia Fiume Rapido, San Vittore del Lazio, Trevi nel Lazio, Valle di Comino, Villa Santa Lucia
eppoi diverse decine nell'alto casertano e nelle contigue aree beneventane (Caiazza),
più di un centinaio nella Marsica e nelle aree limitrofe (Grossi) a cui vanno aggiunte quelle delle aree abruzzesi-molisane, del Bruzio, della Messapia e della Lucania Antica (insomma una bella fetta di Italia Meridionale).
Ora nel bel paese esistono molti monumenti straordinari, di imponenza e complessità tecnica impressionanti, costruiti con grandi massi pesantissimi tagliati in forme irregolari ed incastrati uno sull'altro senza malta, a volte con precisione sconcertante; la domanda che mi viene spontanea è: da chi, quando e perché furono inizialmente costruite?
L'interpretazione classica le paragona ai castelli medioevali e le strutture isolate tipo S.Erasmo o quella del Circeo sono viste come fortezze a guardia del territorio quando in realtà ci sono una serie di indizi che le fanno sembrare luoghi"astronomici"; per di più sono paragonabili alle cittadelle micenee dell'Età del Bronzo (Micene, Tirinto, Midea..) dotate di possenti mura megalitiche ma sprovviste originariamente di riserve d'acqua così da essere indifendibili in caso di assedio.
Sin dalla preistoria l'osservazione dei cicli celesti era legato ad un complesso apparato simbolico (come in alto così in basso) e gli Astri scandivano tanto le attività legate alla sopravvivenza (cibo, riproduzione, riti funerari) quanto quelle rituali (celebrazioni, migrazioni / fondazione di insediamenti...) e l'importanza di calendari e/o strutture astronomiche in grado di scandire questi cicli era plausibilmente riconosciuto dalle prime comunità: non è un caso che già nelle città mesopotamiche che vengono ritenute le prime forme di società "moderne", le conoscenze astronomiche erano incorporate in modo sorprendentemente complesso nelle realizzazioni architettoniche orientando templi e monumenti verso il sorgere od il tramontare del Sole o di altre stelle brillanti.
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Per concludere questo trip partito dai "poligoni", la pianta di Alatri risulta pensata secondo un'organizzazione radiale dell'impianto urbano che ha nell'acropoli il suo perno, mentre per esempio Ferentino aveva forma di triangolo isoscele con l'acropoli nel centro geometrico; nella zona di Porta Maggiore ad Alatri è interessante notare che i due lati Sud guardano una porzione di cielo che oggi è privo di stelle visibili ad occhio nudo ma che fino al I millennio a.C. ospitava ancora le brillanti stelle della Croce-Centauro (Magli 2009). Inoltre il risultato finale del perimetro assomiglia molto (in pianta) ad un poligono "naturale" che è spontaneo tracciare nel cielo quando si osserva la costellazione dei Gemelli, cioè la costellazione dell'eclittica nella quale si stava posizionando il solstizio d'estate nel I millennio a.C.; anche l'imponente struttura megalitica di S.Erasmo (Terni) è simile in pianta all'Acropoli di Alatri e vari indizi portano alla costellazione dei Gemelli e ne è un buon indizio anche il culto dei Dioscuri attestato in epoca pre-romana. Comunque il concetto di Gemelli in qualche modo ricorda sia Giano da solo (bifronte) che in associazione con Saturno: in realtà non erano neanche "fratelli" però l'associazione mi è venuta facile facile.
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Per quanto riguarda Cuzco, e nello specifico la "fortezza" sulla collina di Sacsahuaman, i materiali sono differenti ed a mio parere la storia ha radici mooolto più lontane ne tempo.
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Immagine di G. Lugli (1957): le 4 maniere





Today I try to think about the meaning and etymology of Polygonal Walls or Saturnie or Cyclopean or Pelasgie.
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The mythology says that the God of Olympus Saturn (Cronos) when he was dethroned and sent into exile by his son Jupiter (Zeus), took refuge in the Italian soil in the territory that his "stay hidden" (Lateo) took the name of Latium (Virgilio, Eneide): here reigned long in to peace giving life at the ”Saturnia regna”(a fabulous golden age), but in fact it seems that did not reign alone, but he shared power with Janus and the two lived in "nearby castles "(It's very interesting to see representations about" two-faced "on the shields of the pentrics Samnites).
At that story overlap the one of the Cyclops, the legendary brothers of Saturn, which was considered since ancient times as builders of these massive fortifications in Greece (Tirynthe, Mycenae ..);hence it was thought that in the second millennium BC these construction techniques were received on Italian soil brought by the legendary Pelasgians, even then an ancient extraction of "men of the sea" that would have inhabited the area of Greece before the establishment of the "Hellenes" and that it would also be allocated to Italy occupying the territory between the river Garigliano and Tiber, between the Apennine Mountains and the coast of Lazio (Pausanias, Periegesi of Greece).
In "recent" times various authors have made contributions on the subject (Candidi Dionigi 1809, Micali 1810, Dodwell, Petit Radel ...) until in 1829 Gherald at the first of the "Annals" of the Institute foe Archaeology Correspondence of Rome, in a long article refused "ciclopeo" for "poligonio" and trying to define the situation calling together scholars and archaeologists who did not fail the call.
Since those buildings of large blocks are characterized by raw material that for Vitruvius was the "silex" (hard rock) was also coined in the "scientific" field the term of "opus siliceum" ever reported from classical sources and definitely not appropriate in Italy because the stone we have (and we have used) is limestone.
Today we use to define Megalithic Walls.
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We can say that megalithic structures built without mortar are certainly present at least from the second millennium BC in the Mediterranean area (Asia MinorEgyptSardinia ...).
Just to get an idea of the average weight of a limestone block,
a quoin mt 2X1X0.6 weighs 3515Kg, one of mt 1X0.6X0.5 weighs about 880kg and one of mt 0.5X0.3X0.3 is about 132kg.
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There are so many of these structures around Italy:
we can found them in the foundations of Orbetello (Urbe Tellum - the walled city);
in Lazio, only the Province of Frosinone, in Alatri, Arpino, Atina, Ferentino, Cassino and Montecassino, Sora and Veroli and again at Anagni, Boville Ernica, Castro dei Volsci , Colle San Magno, Monte San Giovanni Campano, Rocca d'Arce, San Biagio Saracinisco, San Donato Val di Comino, Sant'Elia Rapid River, San Vittore del Lazio, Trevi nel Lazio, Valle di Comino, Villa Santa Lucia
and also several tens in the upper part of Caserta and in contiguous Benevento areas (Caiazza),
more than a hundred in Marsica and surrounding areas (Grossi) to which must be added those areas of Abruzzo-Molise, Bruzio, Messapia and Ancient Lucania (a nice slice of Southern Italy).
In my country there are many extraordinary monuments of magnificence and impressive technical complexity, built with large heavy stones cut in irregular shapes and fitted into each other without mortar, sometimes with disconcerting accuracy; the question that naturally arises is: who, when and why they were originally built?
The classic interpretation compares them with the medieval castles and the isolated structures like S.Erasmo or the one of the Circeo are viewed as fortresses to guard the territory, when in reality there are a number of signs that make it seem like "astronomical" places and there are comparable to the citadels of Mycenean Bronze Age (Mycenae, Tirynthe, Midea ..) equipped with massive megalithic walls but originally not equipped whit water reserves, so that they are indefensible in case of siege (Castedlen 2005).
Since prehistoric times the observation of celestial cycles was linked to a complex symbolic apparatus (as above, so below) and the Stars scan activities as related to survival (food, reproduction, funeral rites) as those rituals (celebrations, migration / foundation of settlements ...) and the importance of calendars and / or astronomical structures able to scan those cycles was plausibly recognized by the first communities: it is no coincidence that already in Mesopotamian cities (that are considered to be the earliest forms of "modern " society) the astronomical knowledge was embedded in so strikingly complex in architectural projects, orientating temples and monuments to the rising or sunset of sun or other bright stars.
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To conclude this trip started from the "polygons", the Alatri plant is designed second radial organization of the urban plant that has its pivot in the acropolis, while for example Ferentino had originally the shape of an isosceles triangle with the Acropolis in the geometric center ; in the Porta Maggiore area of Alatri is interesting to note that the two South sides look a portion of the sky which is now without stars visible to the naked eye, but that up to the first millennium BC was still home to the brightest stars of the Cross-Centaur (Magli 2009). In addition, the final result of the perimeter is very similar (in plant) to a "natural" polygon that is spontaneous to draw in the sky when you look at the constellation of Gemini, the constellation of the ecliptic in which he was placing the summer solstice in the first millennium BC; also the imposing megalithic structure of St. Erasmus (Terni) is similar in plant to the Acropolis of Alatri and many signs point to the constellation of Gemini and is a good evidence the cult of the Dioscuri certificate in pre-Roman times.
However, the concept of Twins in some way reminds both alone Janus (two-faced) in association with Saturn: in fact they were not even "brothers", however, the association came to me really easy.
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With regard to south America, Cuzco, and specifically the "fortress" on the hill of Sacsahuaman, the materials are different and in my opinion the story has its roots much more distant it time.
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Picture of G. Lugli (1957): the 4 ways

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